Scuola Arti e Mestieri “Il paesaggio in trasparenza.
Arte e Botanica nella Casina delle Civette”

la stanza delle civette

La Casina
delle civette

Pianta dell'edificio
e schede dei fiori

Stanze del pian terreno

Stanze del primo piano

La casina delle civette - Villa Torlonia


Scheda 1 | Cesare Picchiarini

.... Colui che fece decollare il Laboratorio Picchiarini fu Cesare, detto affettuosamente Mastro Picchio (Roma 1871-1943), che trasformò la vetreria del padre Sisto, in via Pozzo delle Cornacchie, nel più importante luogo di produzione di vetrate artistiche della Capitale. Morto il padre nel 1899, Cesare, che già aveva sperimentato la realizzazione di vetrate policrome, dopo un periodo di difficoltà riuscì ad ottenere, nel 1903, la commessa per tutte le vetrate della Sinagoga. Iniziò anche ad insegnare, presso il suo laboratorio, “l’arte di fare vetro” e trovò nel disegnatore canadese Arthur Ward un valido collaboratore. Nel 1907 si trasferì, sulla stessa strada, in una bottega più grande dove mise anche dei forni per la cottura dei vetri colorati. Nel 1911, in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia, realizzò le vetrate per il villino “La Casa”, su Lungotevere Prati, purtroppo distrutto, su disegni di Umberto Bottazzi e di Vittorio Grassi. Intanto entrava in rapporto con Duilio Cambellotti con cui, nel 1915, realizzò le vetrate per la Chiesa del Rosario a Via degli Scipioni. Seguirono numerose importanti commissioni tra le quali le vetrate per il Tempio Valdese di Piazza Cavour e le vetrate per la Chiesa Metodista di Via Firenze, su disegni di Paolo Paschetto. Intanto trasferiva il laboratorio a Piazza San Salvatore in Lauro, presso il Complesso dei Piceni, dove tenne anche una mostra. Nel 1924 dava vita ad una Scuola della Vetrata Artistica, presso l’ex Ospizio di San Michele, ma nel 1928 dette le dimissioni da direttore per sopraggiunti motivi di salute. La scuola funzionerà fino al 1961. La depressione condizionò da allora in poi la sua attività fino ad indurlo a cederla, nel 1929, a Giulio Cesare Giuliani. Nella circostanza anche tutti i disegni preparatori furono acquisiti dallo Studio Vetrate d’Arte Giuliani. Nel 1936 dette alle stampe le sue memorie, accompagnate da varie considerazioni tecniche sull’arte della vetrata: “Tra vetri e diamanti, appunti di vita di mestiere e d’arte”. Moriva a Roma nel 1943. Nella Casina a lui si devono i disegni per le vetrate del Fumoir e presumibilmente quelle nella Stanza dei Trifogli, della Sala da Pranzo, del Bagno degli Ospiti e della Stanza delle Rondini.

Scheda 2 | Duilio Cambellotti

Nato in una famiglia di artigiani, Duilio Cambellotti (Roma 1876 -1960), terminati gli studi di ragioneria, si inscrisse al Museo Artistico Industriale dove studiò decorazione sotto la guida di Alessandro Moroni, sostenitore delle idee di William Morris. Spirito eclettico, considerò l’arte sotto il profilo sociale e pedagogico. Egli divenne pertanto l’esempio di artista-artigiano. Per questo motivo è considerato uno degli esponenti più validi, in Italia, del Liberty. Cambellotti è stato incisore, cartellonista, pittore, scenografo, architetto, decoratore, arredatore, designer, scultore, ceramista, illustratore e disegnatore di vetrate. Tra le vetrate da lui ideate ci sono quelle della Chiesa di Gesù e Maria a Via Flamina, del Santuario di Fonte Colombo presso Greccio, della Cappella della Flagellazione a Gerusalemme e del Duomo di Capranica. Nella Casina a lui si devono le vetrate della Stanza del Chiodo, della Stanza delle Civette, del Salottino dei Satiri, delle sovrapporte della Scala delle Quattro Stagioni, ed erano sue le perdute vetrate della Camera da Letto del Principe, ora Stanza dei Pipistrelli, con “Civette nella notte” di cui rimane un frammento di prova.

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